La mia ragazza mi aspettava a Treviso ma io non potevo far altro che pensare a Teresa, al suo buffo modo di parlare, veloce, come se mille pensieri le attraversassero la testa e lei cercasse di afferrarne il più possibile per non dimenticarli, ai suoi capelli corvini sempre un po’ arruffati, al suo corpo minuto, al suo fare timido, come si trovasse sempre nel posto sbagliato e si sforzasse di non badarci, al suo viso di porcellana : pelle chiarissima, grandi occhi scuri e labbra purpuree.
Del tempo addietro ci siamo baciati, eravamo ubriachi, ed era notte ed io le ho chiesto di venire a dormire a casa mia anche se l’indomani mattina sarebbe arrivata la mia ragazza ma lei ha rifiutato perché non avevo un letto matrimoniale e poche settimane dopo ci siamo nuovamente baciati ed eravamo nuovamente ubriachi ed io le ho chiesto di venire a dormire con me e le ho parlato del mio nuovo letto matrimoniale ma lei nuovamente ha rifiutato.
Lei Teresa baciava con tanto di quell’ardore che pensavo un corpo così minuto non potesse contenere. Eran fuoco e rabbia. Eran due ,dieci, cento e ancora cento baci, profondi ,sensuali , di quelli che una penna non può descrivere ma solo delle Labbra.
E la prima sera che assaporai la sua insicura e frettolosa lingua disse che la mia giacca era
bella, ed io avrei voluto toglierla mai più. E quando parlavo di lei ad i mie amici loro dicevano che non avevo gusto.
E la rividi prima di prendere il treno ed i suoi capelli eran la cornice, il suo viso pallido la tela ed i suoi occhi l’opera, ed io avrei voluto baciarla perché entrambi non eravamo ubriachi, ma lei mi mostrò un libro con la foto di un suo dipinto, ed era bello, ma io volevo solo baciarla perché non eravamo ubriachi e perché non avevo mai creduto all’amore ed il sentimento che provavo con lei era ciò che pensavo ci si avvicinasse di più e comunque il massimo che io fossi in grado di sentire.
Ma non ci baciammo, la salutai, andai a casa, bevvi una bottiglia di rosato e presi il treno per andare a trovare la mia ragazza che mi aspettava a Treviso. Ma durante tutto il viaggio scrissi di Lei, di Teresa e non riuscivo a dormire per la voglia di scrivere qualche riga su una passione non consacrata ed anche per la sete….
Ma iniziava, dapprima in sordina e poi sempre più forte , a tormentarmi una paura, quella che magari, come un bambino viziato si lagna per avere qualche giocattolo ed una volta posseduto il desiderio si sposta su qualcos’altro ,anch’io potendola avere mi stanchi di lei, ed allora voglio che rimanga solo un desiderio inappagato, un palliativo alla noia, di cui scrivere quando non si ha nulla da fare, quando non si vuole pensare alla sete, quando non si riesce a dormire, tanto per sentirsi un poco artisti, tanto per illudersi di saper amare.
E un giorno anche lei mi disse di non sapere amare. Ma uno scrittore ed una pittrice possono non sapere amare? Forse è tanto forte l’amore per la propria arte che si pensa una passione non possa offrire tanto……. E se è così allora io voglio essere il più bel quadro che sia mai stato dipinto, voglio essere : Caravaggio, Warhol eBalla, e De chirico e Morandi Burri,Ray e tutto ciò che a lei piace, tanto che si innamori di me, e per sempre, perché un quadro non può tradire, perché un quadro se si ama è per sempre. Come un libro, e lei lo è già per me , Teresa è: Miller e Bukowski Emingway, Fante e Cèline, è tutto il meglio della letteratura, è parola dopo parola perfetta. Ed io vorrei descriverla, cantarvela affinché ogni uomo e donna possano amarla ,come si ama Camilla dopo aver letto Chiedi alla polvere o Catherine di Addio alle armi. Ma sono solo uno scrittorucolo e forse è troppo pretendere di farvela amare.
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